Viaggio in Kenya.
Era l’estate del 2009 ed io mi ero appena laureata. Ricordo ancora l’emozione di quel giorno. Così saltò fuori l’idea di raggiungere il Kenya per andare a trovare un’amica che lavorava là.
Quest’anno è la terza volta, in così pochi mesi, che sento racconti di un viaggio in Kenya. Eh no, non ti ho mai parlato della mia esperienza da quelle parti quindi credo sia arrivato il momento giusto per farlo.
A dire la verità sono stata anche inspirata da un’idea carina che avrai visto anche tu se segui Volagratis su Facebook: #UnaAlMese una destinazione del cuore per un mese. Così ho deciso che il mio viaggio in Kenya meritava un posto nel blog per questo mese.
Un viaggio tra amiche. Si parte: destinazione Malindi.
Lì ci aspettava Daniela, il nostro punto di riferimento, la nostra meta del cuore. Per la prima volta provai un’esperienza in un villaggio. Tasto dolente. Odiavo essere servita e riverita dalla mattina alla sera, non mi piaceva il fatto di poter mangiare a qualsiasi ora del giorno, non mi sentivo indipendente, non ero libera. Una situazione che per i miei viaggi on the road con zaino in spalla non prenderei in considerazione.
Il mio viaggio in Kenya è durato due settimane.
Tempo necessario per capire tante cose:
-bisogna trovare un equilibrio con i beach boys che sbucano da ogni dove. Pazienza e calma e capire che loro si arrabattano come possono per lavorare. Se si decide di fare un’escursione con loro bisogna capire, prima di partire, quali possono essere i possibili rischi;
-sentire parlare italiano, dalle persone locali, mentre sono in viaggio non mi piace. Sicuramente la colpa è nostra e a Malindi manca quella autenticità tipica che si cerca quando si esplora il mondo;
-ho capito che due giorni di safari sono troppo pochi per apprezzare la savana e i suoi animali ma anche che certe scene di caccia non fanno per il mio stomaco. Dormire all’interno di un campo tendato allo Tsavo Est è qualcosa di unico e superlativo che spero di riprovare presto. L’elefante è lì che ti guarda mentre tu, in una notte stellata, respiri aria di libertà;
-se avessi già avuto la curiosità per lo snorkeling avrei sicuramente fatto il safari blu per esplorare i fondali del parco marino di Malindi;
-se si parte per un jeep tour si può anche rimanere impantanati in una pozza e avere bisogno dell’aiuto di tutto il villaggio per trovare una via d’uscita;
-la spiaggia dorata e selvaggia nel villaggio di Mamburi e la tappa ristorantino di Che Shale hanno caratterizzato una delle mie più belle giornate passate nel mio viaggio in Kenya. Il vento accarezzava con forte potenza le acque dell’Oceano, mentre noi ridevamo e scherzavamo in una giornata di sole;
-una delle volte in cui ho avuto più paura è stata quando siamo partite per Marafa, zona detta anche La cucina del diavolo, dagli abitanti del luogo.
Il tour all’interno del Canyon mi ha visto in perfetti attimi di panico. Uno di quei momenti in cui una mano che si allunga verso di me, in segno di protezione e sicurezza, mi sembra oro. Rilassare i muscoli del viso solo alla vista di un tramonto;
-il Malindi City Tour è stato un attimo del mio viaggio in Kenya in cui ho potuto ammirare il mercato della frutta, la fabbrica del legno ed impazzire nei vari negozietti di artigianato locale comprando sandali per tutte le prossime dieci stagioni;
-vedere le scimmie cercotipe che impazziscono alla vista delle banane. Eravamo nella città di Gede all’interno di una foresta caratterizzata da alberi maestosi;
-sentirmi un puntino nero, piccolo e inutile sotto ad un baobab del Kenya;
-provare il brivido di fare un viaggio in matatu [bus locale] a tutta velocità pigiata addosso ad altre persone;
-l’isola dell’amore esiste ed è anche meravigliosamente bella. Si trova a Watamu ed è a forma di cuore! Raggiungerla a piedi e tornare indietro con una tradizionale barca a vela [dhow] strapiena di occhi sdolcinati, cantando Jambo. Cupido fa il suo lavoro da queste parti;
-non sapere se ridere o piangere di fronte ad un pesce palla in perfetta esplosione;
-ritrovarmi in mano una stella marina dai contorni magici;
-visitare la sede di Solidarietà Kenya ONLUS e vedere la felicità dei bambini davanti a penne e quaderni;
-sentirmi chiamare mozzarella dai ragazzi kenioti. Tutti i torti non li avevano mica;
-impazzire di gioia davanti alla sabbia bianca e al mare cristallino della spiaggia di Sardegna2;
-rischiare di finire in pasto ai coccodrilli quando un leggiadro ippopotamo ha sollevato la nostra piccola barchetta mentre risalivamo il Tana River. Si, questa è un’altra delle volte in cui ho avuto paura. I coccodrilli scivolavano silenziosi in mare al nostro passaggio come a dire se vi succede qualcosa ci siamo qui noi;
-dormire in 4 in una camera con letti con zanzariera e scoprire che alle 23 la luce si sarebbe spenta in automatico. Fuori da questo lodge il buio totale;
-visitare l’isola di Lamu e la sua principale città patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Culla e madre del popolo Swahili, ricca di muli [usati come mezzi di trasporto] che girano per le sue suggestive stradine. Mi ha riportato indietro nel tempo, mi ha fatto vivere momenti unici;
–cantare nei momenti difficili, quando si ha paura e per affrontare un problema: anche questo mi ha insegnato il viaggio in Kenya;
-ballare il reggaeton e bere birra nei locali di Malindi pensando che un giorno magari sarei ritornata da queste parti e nulla sarebbe stato più così.
Godermi ogni singolo attimo del mio viaggio in Kenya, innamorarmi dell’Oceano Indiano, conoscere una nuova cultura, rientrare con il pallino fisso di tornare un giorno per farmi un’altra settimana intera di safari.
Hakuna matata, sorridi alla vita, non ci sono problemi!
Bellissimi ricordi amica mia! Io credo che l’essere affondate nella sabbia sia stato uno dei momenti più esilaranti dei miei anni in Kenya!! Felice di aver condiviso bellissimi momenti con voi!(incluso il pasto dei leoni 😉 )
Si è stato davvero un bel viaggio! Avevo troppa voglia di raccontarlo ^_^ ti abbraccio forte.