Canarie, un mondo di emozioni estive.
Come da copione, per la terza volta ho messo piede alle Canarie. Ho scelto di nuovo questa destinazione come meta delle mie emozioni estive. E sono sicura, che potrei sceglierla mille volte ancora. Attirata dalla parola yoga mixata, a quella più selvaggia di Fuerteventura, non mi sono fatta pregare due volte e ho prenotato il mio posto al Fuerteventura Camp.
Ovviamente se parto, parto per bene, e una settima sola non bastava per godermi l’arcipelago del mio cuore e così sono partita, zaino in spalle, per le mie due settimane di viaggio.
In questo post non ti darò consigli su cosa fare e vedere a Fuerteventura e Lanzarote. Questo sarà il luogo dove, come un fiume in piena, depositerò a caso sensazioni, esperienze, emozioni estive che ancora una volta le Canarie mi hanno donato.
Flusso di coscienza. Perché io amo questi post dove lascio andare i pensieri e non tento nemmeno minimamente di dargli un senso.
Emozioni estive. Alti e bassi. Suoni e frastuoni.
Il viaggio alle Canarie come:
-una giornata di viaggio,
-uno scalo a Madrid,
-un gruppo di persone che non si conoscono si incontrano per la prima volta e formano una grande famiglia,
-una villa, immersa nella natura del nord di Fuerteventura, da chiamare casa per una settimana,
-Fuerteventura Camp e un mondo nuovo di sensazioni,
-la pratica dello yoga alle 7:30 di mattina con la dolce Rachele [e il mio tappetino, rigorosamente viola, di ReYoga],
-l’incontro con la Danza Regina di Vivi, una ragazza vulcano di emozioni,
-la meditazione creativa di Maurizio, il naturopata di cui fidarsi,
-lo scambio di sorrisi e intese di Ila e Albi de Il Giardino di Bambù e il loro amore esempio di vita,
-i compagni di gruppo, ognuno con i suoi occhi, capaci di trasmetterti sensazioni forti,
-le cene in condivisione e le pentole sempre piene di riso,
-la spesa da Hiper Dino e la non voglia di cucinare,
-i bigliettini di Maurizio, ognuno al posto giusto al momento giusto,
-la maledizione [o benedizione, dipende dai punti di vista] del vulcano Tindaya,
-la frase Qui e Ora al centro della mia settimana di rigenerazione,
-le lacrime che uscivano da sole attraverso un processo di ricordi e tristezza,
–Corralejo e la sua atmosfera turistica,
-il vento, il forte vento che a Cofete non mi ha fatto scendere nemmeno dalla macchina,
–El Cotillo, i suoi surfisti e quella sabbia che con forza ti picchia il viso,
-la vetta del Calderon Hondo e mille scoiattoli ai miei piedi,
-il sud, selvaggio e splendido di Fuerteventura,
-gli eco-mostri, le strutture abbandonate e lasciate lì, gli alberghi iniziati e mai finiti. Vedere che tutto questo non è cambiato.
-L’Ecomuseo de la Alcogida trasformatosi da museo a luogo dove cercare disperatamente un portafoglio perso [non mio],
-scoprire cosa fare, a chi rivolgersi, come muoversi quando ti ritrovi alle Canarie senza soldi, senza carte di credito, senza patente [e capire che se perdi tutto, anche la carta d’identità, dovrai cambiare meta delle tue vacanze e dirigerti al Consolato Italiano a Las Palmas de Gran Canaria],
-ringraziare in ginocchio la Western Union e le signorine della Cicar,
-masticare uno spagnolo di strada per farsi capire da polizia, banca e guardia civile,
-non annoiarsi mai a fissare l’Oceano e lasciarsi rapire dal suono delle onde,
-mangiare tutti i giorni papas arrugadas y mojo e avere sempre il fiato al profumo di aglio,
-ordinare una Dorada tanto per non sbagliare mai,
-chiudere gli occhi, allargare le braccia e respirare,
-ammirare i bambini alle lezioni di surf,
-giungere alla Punta de Jandia e sognare di dormire in un faro,
-rotolarsi giù dalle dune di sabbia e sentirsi Libero, con la L maiuscola,
-salutare i compagni di avventura con la speranza di rivederli presto,
-raggiungere la consapevolezza che tutta quell’energia insieme ha creato uno scompiglio positivo in me,
-continuare il viaggio senza loro,
-portare con me DOC24*,
-fare amicizia con il proprietario di H2O 100% vegetal di Corralejo e tornarci due volte in due giorni,
-conoscere Mattia, Milena e Sam, il loro cane dallo sguardo curioso e dormire nella loro casa a due passi dalle dune di Corralejo,
-godermi l’amaca, il silenzio, il vento e poi la brezza marina,
-ammirare di nuovo i surfisti, il loro stile e la loro tecnica,
-prendere un lenta distanza consapevole,
-guidare una Fiat 500 rossa fiammante,
-tornare a Lobos e fare di nuovo un lungo bagno in quel mare azzurro,
-avere l’imbarazzo della scelta in un Mojito bar,
-constatare che gli italiani a Corralejo sono aumentati a dismisura,
-desiderare solo mare, sole e surf,
-provare il ristorante “Cantante” dove ogni sera …indovina chi c’è?
-Andare al El Cotillo per il tramonto e beccare una serata con solo nubi nere,
-mangiare al ristorante Azzurro un mix di formaggi locali,
-prendere il traghetto per Lanzarote e passare un intero pomeriggio in un bar a scroccare wi-fi continuando a ordinare birre, gelati e acqua per risolvere un problema,
-ringraziare di avere la ChatSim** con me e di poter utilizzare Whatsapp e Messenger, anche senza copertura wi-fi, per comunicare con il mondo in momenti di piena follia,
-ringraziare Airbnb per il sostegno e il supporto necessario a causa di un suo host non molto corretto,
-dover cercare da dormire in un’isola piena zeppa di turisti la settimana prima di Ferragosto all’ultimo minuto,
-trovare disponibilità per una notte in un B&B top con tanto di piscina all’aperto con cromoterapia,
-sistemarsi per altre 4 notti in un B&B rurale in aperta campagna lontano dal mare ma vicino a un supermercato aperto fino alle 22 di sera,
-vedere i ristoranti della zona chiudere prima dei supermercati,
-notare, con un ghigno negativo, che per farti alzare e farti capire che erano le 21:30 e loro volevano chiudere staccavano la wi-fi,
-visitare il Museo dell’Aloe Vera e desiderare di portarsi a casa tutti i prodotti in vendita,
-comprare il sale alle Salinas de Janubio,
-fare di nuovo il giro in bus sulla vetta del Parco Nazionale Timanfaya,
-bere una Malvasia, ammirando un panorama magnifico, a El Chupadero de la Geria,
-e finalmente, provare il surf e innamorarsi follemente di Famara e della sua spiaggia che solo qualche anno prima mi incupiva con nubi grigie e correnti sfavorevoli,
-lasciarsi consegnare una tavola azzurra e capire che sarebbe diventata una grande amica,
-infilarsi la muta e sentire che prendeva la forma del mio corpo,
-ritentare un tramonto e goderselo a El Golfo [con una Dorada in mano],
-dedicarsi al sup e allo snorkeling a Papagayo e notare, ancora una volta, la bellezza di questo luogo naturale e paradisiaco,
-e poi, un tramonto ancora, questa volta magico e puro come i colori e le sfumature che lentamente dipingevano di bellezza il mare da Punta Papagayo,
-scoprire la Graciosa e le sue strade culle di polvere e terra,
-mandare il cuore in confusione di fronte alle spiagge e al mare cristallino di questa piccola e graziosa isola [lo dice anche il nome],
-capelli al vento, sabbia sulla pelle dorata, colori e profumi, riflessi e emozioni estive.
*DOC24 – una app molto utile in viaggio per avere sempre un dottore a portata di mano per qualsiasi necessità. Grazie a DOC24 si ha la possibilità, 24 ore su 24, di avere consulti in videoconferenza con i medici della Centrale Operativa, di programmare video consulti con specialisti e di tenere monitorati i tuoi parametri vitali! Io per fortuna non ne ho avuto bisogno ma aver questa app a portata di mano è sempre una sicurezza in più che, durante un viaggio, potrebbe essere utile!
**ChatSim – se stai partendo per il tuo viaggio all’estero ti consiglio di acquistare una ChatSim per avere così messaggi di testo ed emoji illimitati in tutto il mondo. Dopo averla comprata, se ti va, in fase di attivazione inserisci il codice promozionale CAMELMRH e avrai subito un bonus ricarica pari a 1000 crediti.
Un post sconnesso e ricco di sensazioni che non vedevano loro di essere scritte nero su bianco 😉